domenica 1 maggio 2011

LA CASA IN CAMPAGNA E L'ORTO IN CITTA'

LA CASA IN CAMPAGNA

Abiti in città, hai sempre abitato in città, al sesto piano di un casermone di otto piani.
Più di venti metri di poggiolo lungo e stretto, lungo tre lati all'appartamento, per molti anni hanno ospitato solo gerani e piante grasse.

Genova, una città di mare, con problemi di spazio abitabile, così stretta tra il mare ed i monti, bisogna costruire in altezza, palazzi di molti piani, anche in periferia, persino in collina.
Una casa con orto e giardino: un sogno irrealizzabile per molti genovesi, e di qui la corsa alle seconde case, nei tanti paesini dell'appenino che si sono spopolati con l'industrializzazione e l'urbanizzazione del dopoguerra.

La seconda casa, croce e delizia del cittadino !
Delizia , perchè ci stai bene, nel verde, senza traffico di auto e bus, non vedi l'ora di arrivarci .
Croce, perchè diventa un vizio, un bisogno, un obbligo. "Devi" andarci, in ogni momento libero, con qualunque tempo perchè c'è il giardino e l'orto che ti aspettano, con le loro esigenze "inderogabili": zappare, seminare, potare, tagliare l'erba, trapiantare, pulire, etc etc.

E se hai solo i weekends a disposizione è dura.... In primavera arrivi il sabato mattina e trovi la casa gelata, l'orto ed il giardino devastati dalle talpe, non sai da dove incominciare... e ci dai dentro, senza un attimo di respiro, una vera corvee, altro che vita idilliaca ed atmosfera rilassata, a misura d'uomo..... (si, a misura di "uomo di fatica").

E la domenica sera... con la casa finalmente calda, il prato tosato, le siepi tagliate a misura, i fiori curati, l'orto "quasi" in ordine (in ordine non l'ho visto mai....), finalmente ti siedi fuori, in giardino con la tua dolce metà, mano nella mano, e contempli tanta pace e tanta bellezza..... giusto per cinque minuti....... perchè bisogna tornare in città, e stasera ci sarà pure la coda.....

Qualcuno potrebbe dire : ma chi te lo fa fare.... prenditi un giardiniere, così arrivi sul pronto, ti fai anche scaldare la casa.... e ti toccherebbe rispondere più o meno così:
Ma mica sono il “Berlusca” , il fai da te non solo è un piacere ma anche una necessità (economica).
E poi la soddisfazione sta nel farli, i lavori; farseli da soli, anche se un professionista li farebbe prima e meglio, ma che gusto ci sarebbe ?
Per uno che la campagna se la sogna tutta la settimana il bello è proprio “faticarci” dentro e poter vedere il frutto del proprio lavoro, veder crescere quello che hai seminato, quello che hai fatto con le tue mani, magari la prima volta non proprio riuscito bene, ma con l'esperienza ….. Si , vedere che con il tempo diventa più facile e ti riesce meglio, naturale come se lo avessi fatto da sempre.
E poi fare quello che ti piace ti dà soddisfazione. Parafrasando un poeta : faticar m'è dolce in questo orto....
Mangiare quello che produci, colto e mangiato, ha un altro gusto : se te lo coltiva un altro non ha più lo stesso sapore....
E poi, arrivando sul pronto e trovare tutto fatto.... (magari tu avresti dato un tocco diverso, personale), non lo sentiresti più così tuo, forse addirittura estraneo...... Tanto varrebbe andare all'agriturismo, serviti e riveriti, con tanto di piscina....

E così impari a cambiare le tegole del tetto, a fare i piccoli lavori di idraulica e di muratura, ti riempi la cantina di attrezzi per tutti i lavori che che devi fare....e magari anche per quelli che non farai mai.
Una notte arrivano i cinghiali dal giardino del vicino facendo franare i muretti divisori a secco : noleggi betoniera e motocarriola ….. ti fai portare un camioncino di sabbia,ghiaia e cemento e ti metti al lavoro......




La sola scocciatura è il comune che ti costringe a compilare inutili papiri e pagare profumatamente un geometra per un altrettanto inutile “”progetto”” per un muretto da ridere.
Ma la risposta del comune è tassativa: anche se fai date, “se ti limiti a tirar su le pietre a secco” “niiaatri nu savemmu ninte” ma se ci metti anche solo una cazzuolata di cemento, allora diventa una “costruzione edilizia” (i puristi del dialetto mi perdonino la grafia approssimativa della citazione )


Passa il tempo, la casa è a posto, il giardino .....pure .... nel senso che ci puoi camminare senza inciampare ed ogni tanto qualcosa fiorisce pure. Il mio giardino non sarà mai "a posto" , è contrario alla mia natura, il mio giardino sarà sempre un cantiere.... o, detto con più eleganza....un divenire....





A questo punto cosa manca ? gli ospiti ?
Quelli che ho avuto finora erano pochi, selezionati ed...attivi, nel senso che sembravano operai di covee: impastavano cemento, tagliavano ed immagazzinavano legna, trasportavano pietre e tegole, un pò di sano movimento, insomma, per favorire la digestione.
Qualcuno magari cercava di perdersi nei vicini boschi con la scusa di andar per funghi, ma i più riuscivo e riesco ancora a reclutarli per i lavori pesanti...
Quello che mi manca è una vera festa in giardino, con tanti ospiti con cui non sei abbastanza in confidenza da rifilargli, al posto del digestivo, una pala o un piccone.
Ma anche a questo il tempo troverà rimedio....



I “ forzati” della seconda casa in campagna …...in viaggio

La caratteristica principale della seconda casa e che se ti serve qualcosa in città puoi essere sicuro che l'hai lasciata in campagna....... e viceversa.

E' vero che puoi ovviare al sistema comprando tutto doppio: due trapani, due decespugliatori, due set di attrezzi da giardino, due set di attrezzi per i lavori di idraulica e meccanica e chi più ne ha ne metta... Doppia provvista di chiodi, di viti e bulloni e così via......
Ma ti mancherà sempre qualcosa che hai lasciato altrove....

E così compri a tua moglie due macchine da cucire e pensi di aver risolto almeno il suo problema, ma come fare per il set dei fili da ricamo, tombolo e macramè (una valigia)...dei gomitoli delle lane (altra valigia) .
Il decoder di sky viaggia con noi, avanti e indietro, ospite fisso dei borsoni pieni di irrinunciabili cianfrusaglie che mia moglie ed io decidiamo di volta in volta di portarci dietro, in un senso o nell'altro.
Si , perchè facciamo i pendolari: una settimana o dieci giorni su e poi due o tre giorni a Genova (Io con l'orto da controllare, frutta e ortaggi da raccogliere; mia moglie per vedere il suo giusto della casa e della figlia, sposata, che vive per conto suo.... ma, si sa, la mamma è sempre la mamma.
Tutte le volte con l'auto stipata all'inverosimile, che sembri un profugo che fugge dai bombardamenti.
A maggio porti su la motozappa (ormai a Genova i “grandi lavori” sono terminati e cominciano quelli in campagna, dove fino al primo maggio è buono a nevicare......) ed è quasi un viaggio lei da sola, poi partono gerani, alstroemerie, lobelie insieme alle centinaia di vasetti di annuali e non, seminate sul poggiolo a Genova , in attesa di trovare la sistemazione adatta in campagna.
E portar su la motozappa non è uno scherzo, considerato che a Genova deve salire “a forza di braccia” dalla fascia n. 5 alla fascia n. 0 (livello strada)
Una vera “migrazione biblica” alla quale un tempo si aggiungevano anche i sacchi del pellet per la stufa (ora è un ingombro in meno perchè lo vendono anche sul posto)
A tutto questo si aggiungono le provviste perchè lì al paese, le rare botteghe sopravvissute allo spopolamento delle campagne, aspettano i turisti estivi per rifarsi dei magri introiti invernali con ricarichi astronomici....
E quindi prima di partire passi al supermercato e riempi ogni piccolo spazio rimasto in auto con provviste bastanti fino al giorno del giudizio, e che poi, a fine stagione, ti riporterai in blocco a Genova, perchè lassù d'inverno gela anche in casa.
Già, le “migrazioni bibliche” sono due: andata e ritorno. Il ritorno ai primi di novembre, con tutte le piante perenni, le talee estive e le provviste in esubero da salvare dal gelo.
Meno male che la motozappa l'hai già portata a Genova a giugno, pronta per i lavori che inizierai colà in ottobre.
La “transumanza” citta/campagna : Un vero “tour de force”, mi sento stanco al solo parlarne.






L'ORTO IN CITTA'

Un giorno vai in pensione.
Essere in pensione vuol dire avere finalmente più tempo a disposizione. Finalmente in campagna ci vai quando vuoi, il tempo non ti manca più, anzi ti cresce.
Il tempo ti cresce? e che ci fai con con il tempo che ti cresce? Ma è logico , coltivi ! Ma cosa coltivi? Semplice : un orto in città !!
Beh, con l'esperienza che hai fatto in campagna, se uno ti offre la possibilità di coltivare un orto in “città”, dici di si senza starci a pensare, senza nemmeno vederlo o sapere dove si trova.
…..un orto in città …. come trovare un'oasi nel deserto..... che sorpresa gradita....

E via.... una nuova avventura.....

Intanto l'orto non è sotto casa, ma comunque non te lo aspettavi sotto casa: sotto casa hai solo cemento e asfalto (e popò di cani) , quindi prendi l'auto e parti. Sono solo 6 km, uno scherzo di fronte ai 50 km di curve per raggiungere la casa in campagna.
Solo 6 km di cui tre per attraversare un po' di città e tre per arrampicarsi in collina, strada stretta (?passi tu o passo io?) e se hai davanti l'autobus o il camion della spazzatura ….. insomma, se ti va bene sono 20 minuti alla fantastica media di 14 km all'ora (circa, non fatemi le pulci sui conti).
Ma mica hai premura,no? Vai piano e ti rilassi e finalmente sei arrivato nel tuo nuovo “regno”, l'orto in città.

Un bosco di rovi? No problem ! , con l'esperienza che ti sei fatto in campagna è un gioco da ragazzi (ma nel frattempo, dall'ultimo disboscamento che hai fatto , sono passati più di vent'anni, e “ragazzi” non si è più, purtroppo.... e..... la terra è sempre più bassa....)
Ti armi di motosega, machete, decespugliatore, troncarami, e un biotrituratore con motore di 5 cavalli , e ci dai dentro...(come nelle zucche? No, come nelle spine....) . Divertente, vero? Uno spasso, vi assicuro.






Comunque, nemmeno i rovi durano in eterno, ed eccola qui la mia prima fascia "bella pulita"  (almeno in rapporto a prima, tutto è relativo.....qui erbacce e rovi nascono in continuazione ....perfino dai muri....) . C'erano perfino degli alberi che prima i rovi avevano nascosto: ulivi, prugni, fichi, amarene. Una aggiustatina anche a loro e la fascia è pronta per la coltivazione.






Una dopo l'altra hai “colonizzato” quattro fasce con muri a secco alti dai due ai tre metri.












A proposito di muri a secco.....hanno il brutto vizio di crollare , portandosi dietro mezza fascia, e tu che fai?  Tapulli! una pietra qua , una pietra là ed il muro tiene … e se non tiene ….ne fai un altro un po' più in là,  o ci ricavi una rampa....

Una rampa? , si una specie di scivolo che ti permette di collegare fra loro le fasce, in modo da poter andare da una all'altra con una carriola, mezzo di lusso da queste parti, dove le fasce sono collegate una con l'altra da strette  e ripide  scalette di sassi, quando non addirittura da scale di ferro ex demolizioni navali come queste:


Nota bene,  quelle che invadono la scala sono piante di patate,  nate spontanee e rigogliosissime  nella "compostiera" che avevo sistemato sotto la scala

A  questo punto cominci ad accumulare attrezzi e materiali agricoli  e ti serve una piccola serra ed un capanno per gli attrezzi  .... e  chi ha l'orto distante da casa e dallo sguardo critico della propria  moglie , può sbizzarrirsi con tutti i tipi di materiali di recupero : vecchie finestre , legname di recupero, va tutto "bene", (si fa per dire) in questi piccoli orti di collina che più che orti sembrano "discariche"  di materiali trovati in giro che attendono un secondo "impiego", ed il mio non fa eccezione, anzi.....














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