domenica 15 maggio 2011

Gli attrezzi agricoli dell'hobbista sfigato

Un giardiniere/agricoltore hobbista per lavorare la terra ha bisogno di attrezzi,  attrezzi manuali ed attrezzi meccanici, questi ultimi per alleviare la fatica  e, talvolta, anche per ovviare alla scarsa manualità del soggetto.
Infatti, l'hobbista di mestiere faceva tutt'altro che il contadino, ed i gesti che per uno che sulla terra ci ha lavorato fin da piccolo sono abituali, naturali, quasi spontanei , all'hobbista richiedono studio, attenzione e .... "fatica".
Quindi l'hobbista gli attrezzi li prova tutti, cercando di capire quale gli è più congeniale e gli permette di ottenere  le migliori performances con minore fatica.
Già, perchè se non sei allenato certi movimenti ti affaticano, e mettere in moto muscoli non abituati a certi movimenti può crearti problemi ...(pensa al mal di schiena......)
Io, ad esempio, per potare i rami ho scoperto le forbici a "cricchetto" , quelle che minimizzano lo sforzo e massimizzano i risultati.
Ho comprato anche il troncarami a cricchetto e mi trovo bene, un bell'oggetto in alluminio, con manici allungabili, leggero e potente.
Chiaramente se devo tagliare i fiori uso forbici normali, ma per i rami i cricchetti sono ineguagliabili.
Falcetto e machete , quando servono, servono.
Uso uno svettatoio normale, quello con la cordicella, perchè  i rami alti più grossi li "martirizzo" con lo sramatore a catena applicato all'asta del decespugliatore : non viene un taglio "pulito" ma in compenso è molto "efficace".
Ma il problema più grosso che l'hobbista incontra è preparare il terreno per la semina ed i trapianti : zappa bidente, vanga , forca, bisogna esserci abituati se no ti spaccano la schiena. Quindi l'hobbista si orienta sugli attrezzi a motore.
Si, gli attrezzi a motore, sono un gran bell'aiuto anche per noi hobbisti.
Ora ne ho una vera collezione, anche perchè qualcuno lo tengo ormai appeso al chiodo, solo per figura .. …o per ricordarmi di “accendere” il cervello prima di mettere mano al portafoglio ovvero  "prima di prendere un pacco".

Già i “pacchi” , come il decespugliatore "cinese" da 55 cc  che avevo comprato su internet   a 180 € + 20 di spedizione e che è una vera macchina da guerra....quando va in moto.... perchè per metterlo in moto ogni volta mi ci slogo una spalla....
Ho provato anche col cicchetto di benzina direttamente nel cilindro dopo aver svitato la candela.....ma niente da fare.... per partire vuole sempre i suoi venti o trenta colpi di cordino, con dei ritorni che spezzano le braccia.   Peccato, perchè una volta in moto sviluppa una potenza notevole e  fa girare la catena come nessuna... (si , la catena, per i miei clienti favoriti , alberelli e rovi,  è il rimedio ideale)

Alla fine, disperato, l'ho appeso al chiodo e mi sono comprato (in un negozio di fiducia) una macchina giapponese anche lei 50 cc ma che parte al primo colpo, senza neanche sforzare il cordino.  Costa tre volte tanto ma dopo aver "litigato" con la "cinese"  qualsiasi cifra......è ben spesa......
Mio genero invece è fortunato e su internet, alle aste, compra di tutto a poco e non ha mai preso pacchi....

“Pacchi” ne ho preso diversi, come la motofresa a batteria.  Carina, non si poteva fare a meno di adottarla, è stato un amore a prima vista. L'dea era di usarla come sarchiatrice, per rompere la crosta del terreno tra le file ed eliminare le infestanti appena nate... All'epoca ero ancora un pivello,  ancora alle prese con sarchiature e rincalzature, come gli antichi, e non avevo ancora scoperto le tecniche “intelligenti” come la pacciamatura.

Maneggevole, leggerissima, funziona con una batteria da moto. É stato lì che ho scoperto che in agricoltura  la “leggerezza” non è  un pregio ma bensì  un difetto  "il peggiore dei diffetti" : saltellava allegra allegra sulla crosta, senza affondare i dentini e grippandosi tutte le volte che trovava un sassetto . La mia terra è tutta argilla in crosta  e sassetti  :  è finita appesa al chiodo anche lei !!

Altro pacco,  anzi pacchetto.... è stato il vomere per la motozappa.
Mi perdonino i puristi dell'orticultura per questo improprio termine: “motozappa” . Già, perchè quelli che le terra ce l'hanno in pianura, a ettari, loro fanno i “distinguo” : aratro, motocoltivatore, motofresa  (appunto ! ).  Noi, anziani hobbisti sfigati,  con un fazzoletto di terra sassosa e  scoscesa , diviso in strette  fasce liguri delimitate  da alti muri a secco  e collegate da precarie scalette di sasso abbiamo un solo strumento meccanico a nostra disposizione : quello che i puristi della terra in pianura chiamano motofresa, noi tenacemente ci ostiniamo a chiamare “motozappa” .
 Motozappa, si  e mi ripeto, perchè qui da noi non passano trattori,motocoltivatori, mietitrebbie , ma soltanto  lei  la motozappa, regina delle fasce, dove arriva a fatica, trascinata, sollevata, spinta  e trasportata per percorsi che nemmeno le capre....
 Qui, o zappi a mano, come gli antichi, oppure (se hai mal di schiena) ti affidi a Lei, la Regina delle Fasce, e la chiami come (almeno qui) si merita : Sua Maestà la Motozappa .  Che poi, in fondo, sia solo una fresatrice,  a noi poco importa: o Lei o il mal di schiena , e la scelta è ovvia .
Ma torniamo al pacco, anzi , alle ragioni del pacco: le patate. Le patate sono considerate una coltura facile: prepari il terreno ben concimato, assolchi, metti le patate da seme (ne parliamo a parte) e  copri i solchi. Poi aspetti. Come optional ci sono sarchiature e rincalzature, e se proprio è secco,  una o due irrigazioni di sostegno. Poi ...aspetti.
 Quando le piante sono secche, le patate sono pronte da togliere. Qui si dice “cavare” le patate e dà l'idea del lavoro : scavare, ma non del mese  in cui scavare bisogna: luglio, col solleone.  O ti alzi alle cinque del mattino ed alle otto hai il mal di schiena e smetti.....oppure è fatica e sudore. Comunque è  mal di schiena,  di quello che nemmeno il  mesulid ti riesce a levare.....
Che fare??   In pianura, dietro al trattore ci mettono un attrezzo che va in profondità, tira su le patate e …...te le serve cotte e condite sul piatto.  Bisogna studiare qualcosa di simile.
 E siccome siamo “vecchie volpi” ed il bisogno aguzza l'ingegno ecco la pensata:  metto due ruote gommate alla motozappa, così sta sollevata suo terreno e non mi “trita” le patate  ed al posto del classico “timone” ci metto un mezzo vomere, che scava e tira su le patate a fior di terra.
Detto , fatto ?  No , fatto niente : la motocosa è troppo leggera, se ha le ruote non fa sufficiente  presa sul terreno ed il vomere non si muove, non tira su niente.
Così è finita che le patate le compriamo ed il vomere finisce attaccato al chiodo, a ricordarci che le “vecchie volpi” hanno sempre qualcosa da imparare.

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